Grazie per aver votato Antonio Lingue Vive!

mercoledì 15 dicembre 2010

Comunicato 15/12

Alcuni studenti della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, ieri 14/12, si sono recati a Roma, assieme alle altre rappresentanze interne all'Ateneo pisano e a numerose altre categorie, al fine di partecipare alla manifestazione nazionale in opposizione al governo berlusconi (il minuscolo è volontario).

Pur rammaricandosi per l'esito della votazione riguardante la fiducia all'attuale governo, il comitato Lingue Vive ritiene opportuno mantenere lo stato di agitazione, e continuerà a dare la sua disponibilità in caso di iniziative collettive organizzate dall'Assemblea dei Poli Occupati.

Approfittando di questo spazio, il comitato, avendo sempre spinto per una condotta esemplare e pacifica e non avendo ieri partecipato ad azioni pericolose nei confronti della propria e altrui incolumità, si dissocia dalle frange violente appartenenti a tutte le categorie ieri prodigatesi in azioni di vandalismo e di guerriglia, ma punta anche il dito contro le Forze dell'Ordine per la loro tenuta sconsiderata ed apertamente violenta (leggasi infiltrazioni nei cortei a fini di agitazione, uso criminoso delle camionette, lanciate in velocità contro la folla durante lo sgombero delle piazze e uso della violenza anche nei confronti di gente inerme).

Precisato ciò, il comitato, come ha sempre fatto dall'inizio della mobilitazione, si auspica l'apertura di spazi di discussione legittimi all'interno della Facoltà stessa, che possano coinvolgere sia i favorevoli sia i contrari alla protesta e alle sue modalità, cosicché questi ultimi (i contrari, gli scontenti) possano trovare un' identità costruttiva che trascenda le chiacchiere da parruccheria e legittimi la loro opinione.

Come di consueto, per informazioni potrete rivolgervi nell'auletta di romeno (rampa di scale di fronte l'aula 2), iscrivervi al gruppo su Facebook "Lingue Occupate" o mandare un' e-mail a linguevive@gmail.com

lunedì 29 novembre 2010

Giorno 30/11

Domani alle 9:30 incontro in Facoltà al fine di confluire nella manifestazione d'Ateneo. 

Si ricorda che per la notte di domani è possibile dormire in Palazzo Boilleau, nel caso ce ne fosse bisogno (presumibilmente la manifestazione durerà fino a sera). 

Ribadisco inoltre che per domani è stata deliberata la sospensione didattica, che coinvolge tutto l'Ateneo.

Per qualunque domanda potete contattarci tramite Facebook, Mailing List, cellulari, email personali, pietre alle finestre, lettere all'antrace e teste di cavallo fra le lenzuola.

giovedì 25 novembre 2010

Lingue Occupata

La facoltà di Lingue e Letterature straniere, da giorno 23/11, si trova in stato di occupazione.

La facoltà ha inoltre aderito a tutte le iniziative concepite collettivamente dall'Assemblea dei Poli Occupati, quali l'occupazione dei ponti, della Stazione Centrale e dell'Aeroporto, e si impegna a partecipare a tutte quelle che saranno programmate in futuro.


Di seguito, tutti i comunicati rilasciati finora dall'Assemblea di Facoltà.

#1
#2
#3


"Anche ieri (25/11) Lingue ha partecipato alle iniziative di
mobilitazione portate avanti dai Poli Occupati.

Nello specifico, un corteo è partito da Piazza dei Cavalieri per poi
confluire in Piazza dei Miracoli, dove si è tenuto un presidio e si è
portata avanti l'occupazione della Torre.

In seguito, la manifestazione si è spostata dalla stazione ferroviaria
di San Rossore alla Stazione Centrale tramite i binari, causando un
ritardo ai treni di 55 minuti.

Per quanto riguarda la giornata di oggi, Lingue, come di consueto, si
dichiara disponibile a supportare le iniziative deliberate
dall'Assemblea dei Poli Occupati, quali il corteo che da Piazza Dante
si dirigerà verso le facoltà non ancora occupate e, successivamente,
verso il Rettorato, al fine di chiedere la sospensione didattica per
la giornata del 30 c.m.

Lingue si riunisce in assemblea di facoltà alle 10:00, alle 16:00 e
alle 20:00.

Lingue Occupate"

venerdì 23 luglio 2010

Dipartimenti e biblioteche: qual è la realtà?

Quando si parla della protesta dell'Università si finisce sempre per parlare di "tagli".
C'è chi ritiene che siano un'invenzione, che non ci siano stati e non ci saranno, che in sostanza funzionerà sempre tutto come prima; altri invece, credono all'esistenza dei tagli ma arrivano a giustificarli, pensando che si tratti di eliminare spese non necessarie.
Abbiamo chiesto in giro quale sia, effettivamente, la situazione di alcuni dipartimenti di Lingue, per avere  un'idea generica della situazione della nostra Facoltà.

I problemi più grandi vengono dal blocco del turn-over: in un'Italia dove la disoccupazione giovanile è a livelli preoccupanti, nel mondo universitario - per volontà della Gelmini e di Tremonti - ogni cinque pensionamenti c'è una sola assunzione. Una ogni cinque.

Per quanto riguarda il Dipartimento di Studi Italianistici, la situazione non è così drammatica come quella di altri settori, ma è solo questione di tempo. Quest'anno una  ricercatrice andrà in pensione (dal 1° Novembre), e forse (ma solo se tutto andrà bene) ci sarà un concorso, peraltro già bandito da oltre un anno.
Dopodiché, assisteremo (tra Lingue e Lettere) ad altri tre o quattro pensionamenti senza turn over nel giro di due o tre anni.
In numeri assoluti, il Dipartimento ridurrà del 20% circa la forza docente nei prossimi anni, creando problemi forti, forse piu' a Lettere che non a Lingue, ma comunque sensibili.
I docenti d'italianistica che insistono su Lingue saranno, per il prossimo anno, sei e questo sarà sufficiente per coprire le varie esigenze. Ma si tratta solo di una fase transitoria...

Difficoltà maggiori si riscontrano nel dipartimento di Linguistica, che riunisce sotto di sé anche Russo e Tedesco (ma di tedesco parleremo in seguito).
Qui ci sono docenti da sostituire per pensionamenti e, purtroppo, due casi di morte. Non ci sono assunzioni.
Nell'ambito della specialistica in Linguistica, che ha docenti in comune anche con la Triennale, alcuni professori accettano per il momento di strafare per coprire le necessità didattiche e non lasciare i vuoti di discipline essenziali. Tale regime non potrà essere mantenuto a lungo.
Uno dei docenti del dipartimento sottolinea come dovrebbero essere presenti almeno due professori, in sede d'esame; non è così, per ragioni numeriche, quindi in questo ambito scivoliamo nell'illegalità.

La situazione più preoccupante sembra venire dal dipartimento di tedesco.
Lingua e Letteratura tedesca rischiano di scomparire, in quanto al momento la Facoltà dispone di due docenti di Lingua tedesca e di una sola docente di Letteratura. Non ci sono ricercatori e i docenti devono occuparsi non solo della didattica ma anche dell'amministrazione (compito che non dovrebbe riguardarli) e della manutenzione del dipartimento (altro compito che non li riguarderebbe).
Grazie al blocco del turn over, inoltre, si è costretti a scegliere tra assumere nuovi docenti o nuovi amministratori tecnici. Come se i ruoli fossero intercambiabili!

Passando a Francese, per quello che riguarda Lingua è previsto il pensionamento di un professore ordinario per il Marzo 2011. Non c'è un ricercatore di Lingua francese nella Facoltà di Lingue e Letterature Straniere e, per il momento, non si prevedono assunzioni in quest'ambito.
Nell'ambito dell'insegnamento di Letteratura due professori andranno in pensione a novembre; rispetto a ispanistica e germanistica, comunque, francese riesce a sopravvivere, ma solo perché le due ricercatrici di Letteratura francese portano avanti la didattica.
E a proposito di didattica, nel giro di pochi anni tre lettori di Lingua francese sono andati via e non sono stati sostituiti.

E le biblioteche?

La biblioteca di Linguistica, nonostante gli sprechi siano già stati tagliati, non ha fondi per l'acquisto di nuovi libri e ci sono grosse difficoltà economiche che non permettono l'abbonamento alle riviste. La mancanza di fondi è arrivata a tal punto che, se per esempio, si dovesse guastare un computer, non si sarebbe in grado di ripararlo o sostituirlo.
Problematica non indifferente è  quella relativa al personale: le cooperative non forniscono più il loro supporto e questo fa sì che vi siano delle limitazioni negli orari di apertura e chiusura sia di Linguistica che di Anglistica. Il personale restante, infatti, deve alternarsi e lavorare più ore rispetto a quelle previste.
Per quanto riguarda il turn over, infine, ci sono stati tre pensionamenti e una sola assunzione part-time.

Quanto alla sezione di francese, non ci sono fondi per comprare nuovi libri; sono stati interrotti gli abbonamenti a moltre riviste e i libri dei programmi d'esame vengono comprati coi fondi di ricerca dei docenti.
Per mancanza di personale, gli orari di apertura al pubblico hanno dovuto essere limitati: la biblioteca di francese è sempre chiusa il pomeriggio.



Siamo sicuri che la Riforma Gelmini vada nella direzione della promozione del merito e della lotta ai baroni?

giovedì 22 luglio 2010

Una studentessa nel paese della riforma

 Riportiamo la lettera mandata, da una studentessa della Facoltà di Lingue, ai direttori dei giornali italiani:


Caro direttore, 
Sono una studentessa di Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Pisa che, fino a qualche giorno fa, stava studiando per sostenere gli esami di luglio.
Poi, come un fulmine a ciel sereno – a pensarci bene è ormai da diverso tempo che il cielo all’università non è poi così sereno – è arrivata la notizia inaspettata, è comparso l’avviso nefasto: il blocco degli esami di luglio da parte di docenti e ricercatori e, di conseguenza, l’addio degli studenti alla speranza di ricevere la borsa di studio.
Quasi nessuno ne ha parlato, anche se sicuramente ne avranno parlato con estrema apprensione tutte le famiglie italiane che hanno almeno un figlio all’università, per non parlare delle famiglie in cui, se il figlio ha la possibilità di studiare, è solo grazie alla borsa di studio a cui dovrà rinunciare, non potendo sostenere gli esami necessari a raggiungere il numero di crediti previsto dal regolamento.
Esterrefatti, io e miei colleghi ci siamo chiesti il perché di un provvedimento così devastante e, come tanti piccoli Alice nel paese delle meraviglie, ci siamo visti catapultare nel fantastico mondo della riforma universitaria proposta dal Ministro Gelmini, dove abbiamo visto cose straordinarie, veramente strabilianti, come un’università svuotata della sua autonomia, in cui il potere di gestione si concentra nelle mani del Rettore e del Consiglio di Amministrazione. Ma non è tutto. Abbiamo visto anche qualcosa di neanche lontanamente immaginabile: la messa ad esaurimento della figura del ricercatore a tempo indeterminato, sostituita da quella del ricercatore con contratto a tempo determinato di tre anni rinnovabile una volta, senza alcun riconoscimento giuridico dell’attività didattica. Insomma, cose dell’altro mondo.
A questo punto, ci siamo accorti che tutto quello che avevamo visto non era altro che il nostro futuro, e in parte anche il nostro presente.
Un presente in cui i ricercatori fanno lezione gratis, in cui le biblioteche hanno dovuto rinunciare agli abbonamenti alle riviste specializzate, in cui non ci sono soldi neanche per aggiustare un computer, in cui i docenti non sono liberi di fare le fotocopie per gli studenti – che pagano le tasse – senza dover incorrere in procedure burocratiche proibitive, e un futuro in cui il blocco del turn-over impedirà il reclutamento di nuove leve scientifiche, in cui gli sviluppi stipendiali previsti per il pubblico impiego verranno aboliti. Alla luce di ciò, noi studenti abbiamo deciso di opporre un “no” categorico a un presente e a un futuro come questi.
Ci siamo dunque uniti a docenti, ricercatori e amministrativi – i quali hanno assicurato di ripristinare la sessione di esami a partire dal 12 luglio – organizzando assemblee con lo scopo di definire forme di protesta che impediscano lo sfacelo dell’Università Pubblica. D’altra parte, se i ricercatori decidono di smettere di fare lezione gratis – è democratico pretendere che i cittadini lavorino gratis? –, l’università si ferma. E se si ferma l’università, si ferma la cultura, insieme al nostro futuro.

Una studentessa nel paese della riforma.

Open Space

Riportiamo la relazione redatta dalla Prof.ssa Cella nel secondo giorno di Open Space:


Le proposte che seguono si intendono rivolte in prima istanza a:
– il Preside della Facoltà di Lingue e Letterature straniere
– i Presidenti dei Corsi di Laurea della Facoltà di Lingue e Letterature straniere (compresi i Corsi interfacoltà)
– il Consiglio della Facoltà di Lingue e Letterature straniere
– il Direttore del Centro Linguistico Interdipartimentale (CLI)
– la Commissione didattica della Facoltà di Lingue e Letterature straniere
– i Direttori dei Centri bibliotecari.
Vista l’imminenza del rinnovo di molte cariche istituzionali d’Ateneo, riteniamo opportuno indirizzarle, per la parte di loro competenza, anche a:
– i candidati alla carica di Rettore dell’Ateneo di Pisa,
– i candidati rappresentanti del settore scientifico 5 in Senato Accademico.
In occasione della prossima “Giornata europea delle lingue” (Pisa, 27 settembre 2010) intendiamo sottoporre le proposte qui al § 2 a:
– i rappresentanti istituzionali dell’Unione Europea.

Alcune proposte sono destinate ad una più ampia riflessione, che auspichiamo possa coinvolgere quanti più studenti e docenti possibile e avviarsi fin dall’inizio del prossimo anno accademico (es. la Carta dei diritti e dei doveri di studenti e docenti al § 1.3.1); altre prevedono azioni più immediatamente realizzabili e già pianificabili (es. la razionalizzazione dell’orario degli insegnamenti al § 1.1, l’organizzazione dei seminari trasversali al § 2.1.1, la costituzione della “comunità Erasmus” al § 2.2.).

Sommario: 1. Bisogni degli studenti: 1.1. Tempi, 1.2. Spazi e strumenti (biblioteche e laboratori), 1.3. Didattica; 2. Europeizzazione: 2.1. Europeizzazione, trasversalità, interdisciplinarità, 2.2 Attività Erasmus.

1. Bisogni degli studenti
1.1. Tempi
Tra i fattori che determinano la qualità dell’apprendimento va annoverato il tempo, inteso sia estensivamente come durata di “esposizione alla materia” – arco cronologico complessivo durante il quale lo studente è sollecitato ad assumere l’ottica, le problematiche e la terminologia della disciplina –, sia intensivamente come quantità giornaliera dedicata allo studio. L’eccessiva compressione dei tempi va a netto discapito della qualità: i sistemi di apprendimento “full immersion” funzionano per affinare conoscenze specialistiche, non per formare gli studenti ai primi livelli del percorso universitario. Il tempo per la riflessione e lo studio individuale – indispensabili alla sedimentazione critica delle nozioni e dei metodi – non può essere sostituito dalle attività frontali o guidate, né essere compresso e confinato alle settimane precedenti le verifiche curricolari. L’attuale organizzazione in semestri (10-12 settimane l’uno), la quantità di insegnamenti per semestre e la quantità di ore di lezione per insegnamento configurano un sistema che frammenta i saperi, compartimenta le attività e, moltiplicando le lezioni, moltiplica esponenzialmente i programmi d’esame. Chiediamo quindi che:
1.1.1. vengano ripensate le attuali modalità di semestralizzazione e di organizzazione degli insegnamenti;
1.1.2. si presti maggiore attenzione alla sovrapposizione degli orari degli insegnamenti fondamentali, anche con l’ausilio di opportuni sistemi di gestione informatica che permettano agli studenti di indicare preventivamente i corsi che hanno intenzione di frequentare, onde poter programmare in anticipo orari e aule.

1.2. Spazi e strumenti (biblioteche e laboratori)
1.2.1. Strutture. Per migliorare la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento, chiediamo il potenziamento del numero e dell’efficienza delle aule multimediali, per es. rendendo fruibili le strutture già esistenti.
1.2.2. Informazione. Gli studenti avvertono la carenza di informazione riguardo agli strumenti didattici e scientifici che l’Università offre: a titolo d’esempio, pochi studenti conoscono la biblioteca e i laboratori con materiale audiovisivo del CLI. Una migliore pubblicizzazione attraverso il sito dell’Università o mediante semplici cartelloni informativi nelle facoltà è concretamente possibile.
1.2.3. Accesso. Si chiede inoltre, nonostante la carenza di personale, una maggiore flessibilità nell’apertura e una semplificazione delle procedure di utilizzo di tutte le biblioteche, per esempio eliminando la lettera di presentazione del docente per accedere al prestito.
1.2.4. Finanziamento. L’attuale finanziamento alle biblioteche è insufficiente ai bisogni di studenti e docenti; i tagli di bilancio limitano fortemente la possibilità di apertura, l’acquisto delle monografie e riviste, la manutenzione stessa dei locali. Da quest’anno, per esempio, il prestito interbibliotecario è totalmente a carico dei richiedenti (studenti compresi) e le biblioteche non sono in grado neppure di acquistare i libri in programma d’esame. Chiediamo che alle biblioteche siano garantiti finanziamenti adeguati, almeno tali da permettere il rinnovo degli abbonamenti ai periodici scientifici e l’acquisto dei testi in programma d’esame.

1.3. Didattica
1.3.1. Carta dei diritti e dei doveri degli studenti e dei docenti. Si propone di formulare, in accordo tra tutte le parti, una Carta dei diritti e dei doveri di studenti e docenti, che espliciti in pochi punti essenziali le regole che presiedono al “contratto metaforico” tra docenti e discenti. In particolare, tale Carta dovrà essere improntata alla trasparenza circa la didattica impartita in ciascun insegnamento, le conoscenze iniziali e quelle finali richieste allo studente (cfr. anche § 1.3.6), la coerenza tra i contenuti impartiti e le modalità d’esame, i criteri di valutazione, nonché gli obblighi didattici e amministrativi dei docenti.
1.3.2. Trasparenza. Chiediamo l’opportuna pubblicizzazione degli strumenti già esistenti (registri elettronici in UniMap, da tenere regolarmente aggiornati) e la loro implementazione, per esempio con l’indicazione dei seminari organizzati e delle prove finali e delle tesi di laurea e dottorato seguite da ciascun docente.
1.3.3. Valutazione. La valutazione anonima della didattica va potenziata, miglioran­done la significatività e la tempistica (per es. non proponendola nell’ultima settimana del semestre, quando parte delle lezioni sono già terminate e il numero degli studenti non è più rappresentativo), e ideando inoltre opportune forme di pubblicizzazione dei risultati.
1.3.4. Organizzazione. Gli studenti auspicano che i corsi di letteratura e lingua e i relativi esami siano svolti nella relativa lingua straniera, almeno dal secondo anno in poi. Chiedono inoltre che le esercitazioni e i lettorati siano svolti con gruppi di studenti ad un livello omogeneo di conoscenze, e che le ore di attività previste siano inversamente proporzionali al livello di partenza (prevedendo quindi molte più ore per i principianti, in modo da metterli in grado di seguire i corsi tenuti in lingua).
1.3.5. Coordinamento interdisciplinare. Una buona concertazione tra i docenti costituirebbe un argine alla frammentazione del sapere: per es., sarebbe opportuno che gli insegnamenti letterari delle diverse lingue fossero coordinati, almeno per quanto riguarda i diversi periodi storico-letterari affrontati negli stessi anni di corso, così come gli insegnamenti di linguistica generale e quelli delle linguistiche straniere (in quest’ultimo caso prevedendo che i primi siano propedeutici ai secondi). Gli studenti auspicano che i lettori possano essere rappresentati negli organi decisionali.
1.3.6. Attenzione alla propedeuticità. Nell’ottica della trasparenza e del “contratto metaforico” tra docenti e studenti, ogni docente dovrebbe esplicitare gli obiettivi di ciascun insegnamento, anche tenendo conto di quanto già impartito nell’ambito del corso di studi. Particolare attenzione andrebbe riservata all’illustrazione dei principi e della terminologia specialistica della materia, per rendere preventivamente consapevole lo studente delle problematiche affrontate (per es. redigendo una dispensa comune agli insegnamenti della Facoltà con l’illustrazione della terminologia linguistica e letteraria di base, nel solco di quanto già fatto per la preparazione alla prova d’accesso).

2. Europeizzazione
2.1 Europeizzazione, trasversalità, interdisciplinarità
Partendo dal presupposto che una Facoltà di Lingue come la nostra, a netta e prevalente vocazione eurocentrica, deve formare cittadini e studiosi consapevoli della pluralità ed eterogeneità culturale e linguistica dell'Europa contemporanea; che è sentita l'esigenza, in particolare da parte degli studenti, di una didattica alternativa alla lezione frontale; che è sentita l'esigenza, in particolare tra i docenti delle aree linguistiche e letterarie, di una maggiore collaborazione in vista della realizzazione di dinamiche culturali comuni e trasversali, si propone:
2.1.1. la realizzazione di seminari trasversali su argomenti linguistici, letterari, culturali (per esempio “Il Quijote nelle culture europee”, “Lo statuto delle lingue nell’Europa di oggi”, ecc.), che abbiano carattere pluridisciplinare e seminariale, con cadenza regolare;
2.1.2. il potenziamento dell’orientamento in entrata, per sensibilizzare gli studenti delle scuole superiori e i neoiscritti sul pluralismo linguistico della UE e sulla necessità della formazione interdisciplinare e comparatistica della formazione linguistica e letteraria dello studente di lingue e letterature straniere;
2.1.3. la collaborazione con gli Enti esteri di cultura e una maggiore attenzione ai progetti europei, per favorire lo scambio di docenti e di studenti e per reperire fondi da utilizzare per i seminari stessi (inviti di scrittori, poeti, saggisti, docenti stranieri).
Questa proposta, nelle sue articolazioni, mira a incrementare la coscienza dei punti di contatto e di divergenza tra le lingue, letterature e culture europee; a sensibilizzare alla comparazione tra lingue, letterature e culture europee anche in vista della promozione delle aree considerate periferiche e/o minoritarie; a stimolare la consapevolezza critica sul pluralismo letterario e linguistico della cultura occidentale nelle sue varie declinazioni; a fornire competenze alternative da poter spendere nel mondo della ricerca e del lavoro.

2.2. Potenziamento delle attività Erasmus
Proponiamo il potenziamento degli scambi tra studenti italiani della Facoltà di lingue e letterature straniere e studenti stranieri (Erasmus e non Erasmus) attraverso una serie di azioni immediatamente pianificabili e attuabili già a partire dal prossimo anno accademico:
2.2.1. la costituzione di una “comunità Erasmus”, che favorisca i contatti tra studenti in entrata e in uscita, che promuova in modo divulgativo aspetti dei Paesi ospitanti e favorisca la conoscenza mutua e la comunicazione tra gli interessati (con relativo potenziamento del “tandem linguistico”);
2.2.2. l’istituzione di una giornata informativa (o di accoglienza) per studenti italiani e stranieri, all’inizio dell’anno accademico, nella quale gli studenti stessi presentino iniziative che possano contribuire all’integrazione e allo scambio di idee tra studenti interni ed esterni. Tali attività potrebbero essere organizzate per gruppi o aree linguistiche, comprendendo anche momenti conviviali e serate a tema che coinvolgano attivamente anche gli studenti stranieri, chiamati a presentare il loro paese d’origine ai colleghi italiani. A livello operativo, si tratta di creare una rete di contatti, con una mailing list o tramite Facebook per poter informare tutti gli interessati su eventuali attività. A questo scopo sarebbe utile intensificare i contatti con gli uffici Erasmus delle Facoltà, l’ufficio Relazioni internazionali dell’Ateneo e il CLI, affinché contribuiscano a pubblicizzare la giornata e le attività.
2.2.3 l’istituzione di un foyer internazionale, ovvero di un luogo di Facoltà (per es. l’aula 2B di palazzo Curini) attrezzato con un televisore e un lettore DVD, luogo in cui gli studenti possano incontrarsi per vedere un film e discuterne. 



[Grazie a Chiara per il testo]

martedì 6 luglio 2010

Il Consiglio degli Studenti sul DDL Gelmini (5/7/2010)

*Il Consiglio degli Studenti dell’Università di Pisa,*

*PRESO ATTO delle manifestazioni di dissenso nei confronti del Disegno di Legge 1905 “Gelmini” e delle recenti iniziative governative in materia di Università pubblica

CONSIDERATE le posizioni espresse dai Consigli di Facoltà di Medicina e Chirurgia, Economia, Ingegneria, Lingue e Letterature Straniere, Scienze Politiche, Scienze MM.FF.NN, Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Medicina Veterinaria, Agraria, Farmacia;

PRESO ATTO delle mancate approvazioni delle programmazioni didattiche per l'a.a. 2010/11 nella quasi totalità delle facoltà del nostro Ateneo, anche in conseguenza dell'indisponibilità, da parte dei ricercatori, ad accettare incarichi didattici non obbligatori per legge

RILEVATA la condivisione della protesta del personale ricercatore, da parte di diversi docenti associati ed ordinari, i quali non intendono assumere incarichi didattici eccedenti le previsioni di legge;

CONSIDERATA la mozione della CRUI, che esprime sostanziale apprezzamento per il ddl 1905


*RITIENE CHE:*

1. la riduzione continua delle risorse economiche impedisca il buon funzionamento dell’Università, aggravando la situazione di già pesante sofferenza, e renda impossibile la programmazione delle attività didattiche e di ricerca;
2. la marginalizzazione dei ricercatori a tempo indeterminato e la creazione del “ricercatore a tempo determinato”( per il quale non si garantiscono le risorse necessarie per l’avanzamento di carriera, né un'adeguata programmazione di reclutamento ), colpiscano gravemente l'attività di ricerca, rendendo impossibile garantire un'offerta didattica di qualità;
3. la sottrazione di poteri al Senato Accademico, a favore di un Cda composto in larga parte da membri esterni, concretizzi l’intento di imporre un modello di govenance verticistico e antidemocratico delle università pubbliche;
4. l’introduzione del “Fondo speciale per il merito”, composto di strumenti come buoni studio e prestiti d'onore, che prescinderanno dalle condizioni di reddito, sia una grave violazione del diritto allo studio, che dovrebbe essere garantito a tutti gli studenti meritevoli ma privi di mezzi. Tale processo è peraltro aggravato dagli insostenibili tagli al sistema “tradizionale” di DSU, previsti dall’ultima legge finanziaria e dal d.l.78/2010;
5. gli indirizzi adottati dalla CRUI ignorino le profonde critiche espresse dalle componenti del mondo accademico italiano verso la politica universitaria del governo

*Alla luce di quanto rilevato, il Consiglio degli Studenti,*
• esprime la propria contrarietà al Ddl 1905 “Gelmini”, tanto con riferimento alle criticità messe in risalto, quanto con riguardo alla mancanza di coinvolgimento del mondo accademico nel disegno di riforma
• riconosce e fa proprie le motivazioni della protesta dei Ricercatori;
• rileva le oggettive difficoltà nella gestione della maggioranza dei Corsi di Studio dell’Ateneo, createsi con l’astensione dei ricercatori dallo svolgimento di attività didattica non istituzionale e con la progressiva diminuzione dell’organico docente;
• prende atto della sospensione della programmazione delle attività didattiche, per l’a.a. 2010/2011, avvenuta nelle facoltà di Scienze MM. FF. NN., Ingegneria, Medicina e Chirurgia, Medicina Veterinaria, Lingue e Letterature Straniere, Scienze Politiche, Economia, Agraria;
• rileva che la mancanza strutturale di risorse impedirà, già nel futuro immediato, il mantenimento di livelli di sufficienza nelle attività istituzionali dell’ateneo di Pisa;
• denuncia che i pesanti tagli al Diritto allo Studio Universitario e l'istituzione del Fondo per il Merito, comportino il rischio del passaggio da un modello di servizio pubblico, legato alle condizioni economiche degli studenti, ad un sistema di prestiti che costringerà gli studenti ad indebitarsi, prima ancora di entrare nel mondo del lavoro;
• esprime forte contrarietà nei confronti della posizione accondiscendente espressa dalla CRUI e fatta propria dal Magnifico Rettore Pasquali durante lo scorso Senato Accademico, e chiede con forza che l'amministrazione del nostro Ateneo mantenga l'impegno di convocare al più presto un momento nazionale di discussione e protesta nei confronti delle politiche governative in tema di università.

Lingue Vive

Lingue Vive nasce da un'idea degli studenti della Facoltà di Lingue di Pisa.
Il nostro scopo è quello di rendere note le ragioni della protesta di questi giorni; una protesta che vede coinvolto tutto il mondo universitario, dai professori agli studenti, passando per ricercatori e personale amministrativo.

"Lingue vive" perché speriamo che la nostra Facoltà - una Facoltà umanistica e dunque a rischio di chiusura in misura maggiore rispetto ad altre - possa continuare ad esistere, nei prossimi anni.
"Lingue vive" perché non vogliamo limitarci ad essere contro la riforma Gelmini: vogliamo proporre nuove idee, cercare di capire cosa non vada nell'Università e come migliorarlo.

Il blog è assolutamente apartitico, riunisce sotto di sé persone dalle idee più disparate ma accomunate da una certezza: una riforma universitaria è possibile, purché non si tratti di una riforma prettamente finanziaria.
Speriamo di riuscire a illustrare, attraverso articoli e documenti, quale sia la situazione dell'Università italiana e in particolare della nostra Facoltà, così da chiarire le idee - sia a chi non vive il mondo universitario, sia a chi lo vive da "disinformato" - sul perché sia importante muoversi ora, prima che sia troppo tardi.

Vorremmo che fosse chiaro che la riforma Gelmini non viene portata avanti nel segno del merito e che la posta in gioco è molto alta: la fine di un'Università pubblica accessibile a tutti, dall'ampia offerta didattica e incentrata su una ricerca libera.