Quando si parla della protesta dell'Università si finisce sempre per parlare di "tagli".
C'è chi ritiene che siano un'invenzione, che non ci siano stati e non ci saranno, che in sostanza funzionerà sempre tutto come prima; altri invece, credono all'esistenza dei tagli ma arrivano a giustificarli, pensando che si tratti di eliminare spese non necessarie.
Abbiamo chiesto in giro quale sia, effettivamente, la situazione di alcuni dipartimenti di Lingue, per avere un'idea generica della situazione della nostra Facoltà.
I problemi più grandi vengono dal blocco del turn-over: in un'Italia dove la disoccupazione giovanile è a livelli preoccupanti, nel mondo universitario - per volontà della Gelmini e di Tremonti - ogni cinque pensionamenti c'è una sola assunzione. Una ogni cinque.
Per quanto riguarda il Dipartimento di Studi Italianistici, la situazione non è così drammatica come quella di altri settori, ma è solo questione di tempo. Quest'anno una ricercatrice andrà in pensione (dal 1° Novembre), e forse (ma solo se tutto andrà bene) ci sarà un concorso, peraltro già bandito da oltre un anno.
Dopodiché, assisteremo (tra Lingue e Lettere) ad altri tre o quattro pensionamenti senza turn over nel giro di due o tre anni.
In numeri assoluti, il Dipartimento ridurrà del 20% circa la forza docente nei prossimi anni, creando problemi forti, forse piu' a Lettere che non a Lingue, ma comunque sensibili.
I docenti d'italianistica che insistono su Lingue saranno, per il prossimo anno, sei e questo sarà sufficiente per coprire le varie esigenze. Ma si tratta solo di una fase transitoria...
Difficoltà maggiori si riscontrano nel dipartimento di Linguistica, che riunisce sotto di sé anche Russo e Tedesco (ma di tedesco parleremo in seguito).
Qui ci sono docenti da sostituire per pensionamenti e, purtroppo, due casi di morte. Non ci sono assunzioni.
Nell'ambito della specialistica in Linguistica, che ha docenti in comune anche con la Triennale, alcuni professori accettano per il momento di strafare per coprire le necessità didattiche e non lasciare i vuoti di discipline essenziali. Tale regime non potrà essere mantenuto a lungo.
Uno dei docenti del dipartimento sottolinea come dovrebbero essere presenti almeno due professori, in sede d'esame; non è così, per ragioni numeriche, quindi in questo ambito scivoliamo nell'illegalità.
La situazione più preoccupante sembra venire dal dipartimento di tedesco.
Lingua e Letteratura tedesca rischiano di scomparire, in quanto al momento la Facoltà dispone di due docenti di Lingua tedesca e di una sola docente di Letteratura. Non ci sono ricercatori e i docenti devono occuparsi non solo della didattica ma anche dell'amministrazione (compito che non dovrebbe riguardarli) e della manutenzione del dipartimento (altro compito che non li riguarderebbe).
Grazie al blocco del turn over, inoltre, si è costretti a scegliere tra assumere nuovi docenti o nuovi amministratori tecnici. Come se i ruoli fossero intercambiabili!
Passando a Francese, per quello che riguarda Lingua è previsto il pensionamento di un professore ordinario per il Marzo 2011. Non c'è un ricercatore di Lingua francese nella Facoltà di Lingue e Letterature Straniere e, per il momento, non si prevedono assunzioni in quest'ambito.
Nell'ambito dell'insegnamento di Letteratura due professori andranno in pensione a novembre; rispetto a ispanistica e germanistica, comunque, francese riesce a sopravvivere, ma solo perché le due ricercatrici di Letteratura francese portano avanti la didattica.
E a proposito di didattica, nel giro di pochi anni tre lettori di Lingua francese sono andati via e non sono stati sostituiti.
E le biblioteche?
La biblioteca di Linguistica, nonostante gli sprechi siano già stati tagliati, non ha fondi per l'acquisto di nuovi libri e ci sono grosse difficoltà economiche che non permettono l'abbonamento alle riviste. La mancanza di fondi è arrivata a tal punto che, se per esempio, si dovesse guastare un computer, non si sarebbe in grado di ripararlo o sostituirlo.
Problematica non indifferente è quella relativa al personale: le cooperative non forniscono più il loro supporto e questo fa sì che vi siano delle limitazioni negli orari di apertura e chiusura sia di Linguistica che di Anglistica. Il personale restante, infatti, deve alternarsi e lavorare più ore rispetto a quelle previste.
Per quanto riguarda il turn over, infine, ci sono stati tre pensionamenti e una sola assunzione part-time.
Quanto alla sezione di francese, non ci sono fondi per comprare nuovi libri; sono stati interrotti gli abbonamenti a moltre riviste e i libri dei programmi d'esame vengono comprati coi fondi di ricerca dei docenti.
Per mancanza di personale, gli orari di apertura al pubblico hanno dovuto essere limitati: la biblioteca di francese è sempre chiusa il pomeriggio.
Siamo sicuri che la Riforma Gelmini vada nella direzione della promozione del merito e della lotta ai baroni?
C'è chi ritiene che siano un'invenzione, che non ci siano stati e non ci saranno, che in sostanza funzionerà sempre tutto come prima; altri invece, credono all'esistenza dei tagli ma arrivano a giustificarli, pensando che si tratti di eliminare spese non necessarie.
Abbiamo chiesto in giro quale sia, effettivamente, la situazione di alcuni dipartimenti di Lingue, per avere un'idea generica della situazione della nostra Facoltà.
I problemi più grandi vengono dal blocco del turn-over: in un'Italia dove la disoccupazione giovanile è a livelli preoccupanti, nel mondo universitario - per volontà della Gelmini e di Tremonti - ogni cinque pensionamenti c'è una sola assunzione. Una ogni cinque.
Per quanto riguarda il Dipartimento di Studi Italianistici, la situazione non è così drammatica come quella di altri settori, ma è solo questione di tempo. Quest'anno una ricercatrice andrà in pensione (dal 1° Novembre), e forse (ma solo se tutto andrà bene) ci sarà un concorso, peraltro già bandito da oltre un anno.
Dopodiché, assisteremo (tra Lingue e Lettere) ad altri tre o quattro pensionamenti senza turn over nel giro di due o tre anni.
In numeri assoluti, il Dipartimento ridurrà del 20% circa la forza docente nei prossimi anni, creando problemi forti, forse piu' a Lettere che non a Lingue, ma comunque sensibili.
I docenti d'italianistica che insistono su Lingue saranno, per il prossimo anno, sei e questo sarà sufficiente per coprire le varie esigenze. Ma si tratta solo di una fase transitoria...
Difficoltà maggiori si riscontrano nel dipartimento di Linguistica, che riunisce sotto di sé anche Russo e Tedesco (ma di tedesco parleremo in seguito).
Qui ci sono docenti da sostituire per pensionamenti e, purtroppo, due casi di morte. Non ci sono assunzioni.
Nell'ambito della specialistica in Linguistica, che ha docenti in comune anche con la Triennale, alcuni professori accettano per il momento di strafare per coprire le necessità didattiche e non lasciare i vuoti di discipline essenziali. Tale regime non potrà essere mantenuto a lungo.
Uno dei docenti del dipartimento sottolinea come dovrebbero essere presenti almeno due professori, in sede d'esame; non è così, per ragioni numeriche, quindi in questo ambito scivoliamo nell'illegalità.
La situazione più preoccupante sembra venire dal dipartimento di tedesco.
Lingua e Letteratura tedesca rischiano di scomparire, in quanto al momento la Facoltà dispone di due docenti di Lingua tedesca e di una sola docente di Letteratura. Non ci sono ricercatori e i docenti devono occuparsi non solo della didattica ma anche dell'amministrazione (compito che non dovrebbe riguardarli) e della manutenzione del dipartimento (altro compito che non li riguarderebbe).
Grazie al blocco del turn over, inoltre, si è costretti a scegliere tra assumere nuovi docenti o nuovi amministratori tecnici. Come se i ruoli fossero intercambiabili!
Passando a Francese, per quello che riguarda Lingua è previsto il pensionamento di un professore ordinario per il Marzo 2011. Non c'è un ricercatore di Lingua francese nella Facoltà di Lingue e Letterature Straniere e, per il momento, non si prevedono assunzioni in quest'ambito.
Nell'ambito dell'insegnamento di Letteratura due professori andranno in pensione a novembre; rispetto a ispanistica e germanistica, comunque, francese riesce a sopravvivere, ma solo perché le due ricercatrici di Letteratura francese portano avanti la didattica.
E a proposito di didattica, nel giro di pochi anni tre lettori di Lingua francese sono andati via e non sono stati sostituiti.
E le biblioteche?
La biblioteca di Linguistica, nonostante gli sprechi siano già stati tagliati, non ha fondi per l'acquisto di nuovi libri e ci sono grosse difficoltà economiche che non permettono l'abbonamento alle riviste. La mancanza di fondi è arrivata a tal punto che, se per esempio, si dovesse guastare un computer, non si sarebbe in grado di ripararlo o sostituirlo.
Problematica non indifferente è quella relativa al personale: le cooperative non forniscono più il loro supporto e questo fa sì che vi siano delle limitazioni negli orari di apertura e chiusura sia di Linguistica che di Anglistica. Il personale restante, infatti, deve alternarsi e lavorare più ore rispetto a quelle previste.
Per quanto riguarda il turn over, infine, ci sono stati tre pensionamenti e una sola assunzione part-time.
Quanto alla sezione di francese, non ci sono fondi per comprare nuovi libri; sono stati interrotti gli abbonamenti a moltre riviste e i libri dei programmi d'esame vengono comprati coi fondi di ricerca dei docenti.
Per mancanza di personale, gli orari di apertura al pubblico hanno dovuto essere limitati: la biblioteca di francese è sempre chiusa il pomeriggio.
Siamo sicuri che la Riforma Gelmini vada nella direzione della promozione del merito e della lotta ai baroni?